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Cosa hanno bisogno i bambini audiolesi per svilupparsi bene psicologicamente?

Sviluppo socio-emotivo e psicologico, evento informativo con la psicologa in Irene Eckerli Wäspi


Il gruppo di lavoro Krisalide ha organizzato una serata informativa con la psicologa Irene Eckerli Wäspi, che ha avuto luogo il 7 settembre 2021 a Bellinzona. La prima parte della serata è stata dedicata alla relazione della signora Eckerli Wäspi, mentre la seconda parte è stata riservata alle domande e allo scambio di esperienze.


La diagnosi «debole di udito» o «sordo»

La diagnosi «debole di udito» o «sordo» può mettere in crisi i genitori, specialmente se sono udenti e il figlio ha problemi di udito, il che significa vivere in mondi diversi. Il carico emotivo per i genitori è enorme, soprattutto i primi giorni e le prime settimane dopo la diagnosi. Generalmente la diagnosi scaturisce dallo screening uditivo neonatale, che oggigiorno viene eseguito sempre più spesso negli ospedali. L’arrivo di un bambino è una grande sfida per i neogenitori e può essere accompagnato dal baby blues, un calo di umore da parte della madre dopo il parto. Se a ciò si aggiunge anche la diagnosi «debole di udito» o «sordo», i genitori possono sentirsi molto insicuri. Una situazione estremamente stressante e impegnativa per tutti.


L’importanza della consulenza iniziale

La consulenza iniziale, che la signora Eckerli Wäspi propone da anni a Zurigo ai genitori che si trovano confrontati con una simile diagnosi, è molto utile. Insieme a loro discute come affrontare al meglio la situazione e di ciò di cui hanno bisogno sia i genitori che il neonato per (farlo) crescere bene.

Per comunicare con i figli audiolesi, la signora Eckerli Wäspi consiglia di ricorrere alla lingua orale, alla lingua dei segni e al PECS (Picture Exchange Communication System), un sistema di comunicazione che si basa sull’uso di pittogrammi.


Difficoltà del bambino a controllare gli impulsi e a comunicare

Abitualmente all’inizio il bambino audioleso fa fatica a controllare gli impulsi e a pianificare le azioni. Inoltre ha difficoltà a comunicare, il che si rivela un ostacolo per fare nuove amicizie. Di conseguenza, la rete sociale del bambino audioleso è piuttosto limitata, il che a sua volta si ripercuote sulla fiducia in se stesso.


L’integrazione scolastica richiede un grande sforzo di concentrazione

Molti bambini audiolesi sono integrati nella scuola regolare. Generalmente sono i soli in classe a convivere con un problema di udito e devono concentrarsi molto per stare al passo con il resto della classe. In primo luogo devono riuscire a capire il contenuto della lezione e nel contempo devono acquisirlo ed elaborarlo.

Se fanno fatica a esprimersi oralmente o se non capiscono tutto, i bambini audiolesi diventano presto ansiosi o insicuri. Spesso non dispongono delle così importanti competenze per gestire la quotidianità, perché non riescono a capire gran parte di ciò che viene detto in classe.


Dare molto ed essere comunque sempre stressati

Normalmente dopo una giornata di scuola il bambino audioleso è molto stanco. La sera non è particolarmente interessato alle attività del tempo libero di cui avrebbe però bisogno per rilassarsi e per riprendersi dalla stressante quotidianità scolastica.

Avendo sviluppato tardi la lingua orale, normalmente rispetto ai loro coetanei i bambini audiolesi hanno un vocabolario ridotto e per questo motivo si notano subito.


Il ruolo dei genitori nella crescita del bambino

La signora Eckerli Wäspi ha spiegato che i genitori hanno un ruolo importante nella crescita dei loro figli audiolesi, che li possono sostenere mettendo a loro disposizione molti libri da leggere, il che permette a questi bambini di acquisire per conto proprio e al loro ritmo le competenze per gestire la vita quotidiana.

Spesso i genitori sopravvalutano i loro figli audiolesi e le loro capacità comunicative. Se questi ultimi non capiscono delle azioni o delle situazioni possono da un lato sentirsi insicuri e, dall’altro, incorrere in malintesi. In questi casi può essere utile spiegare e discutere la situazione.


La teoria della mente, ossia riuscire a immedesimarsi negli altri: ritardo in questo ambito

La teoria della mente (Theory of Mind) descrive la capacità di immedesimarsi negli altri. Secondo Irene Eckerli Wäspi, in questo ambito i bambini audiolesi sono in ritardo rispetto ai loro coetanei udenti. Spesso si discutono situazioni senza descrivere ulteriormente le azioni o nominarle. In questi casi i bambini audiolesi non riescono a capire le situazioni e non hanno un vocabolario tale per definirle, pertanto in questo ambito servono molte esercitazioni.

Inoltre, i bambini audiolesi non capiscono immediatamente il linguaggio ambiguo o equivoco. Anche in questo caso si tratta di un problema di vocabolario, quindi le parole a doppio senso devono essere spiegate oppure il bambino deve impararne il significato e l’uso. In questo modo si evitano situazioni imbarazzanti.


Una grande responsabilità per i genitori

I genitori hanno una grande responsabilità nei confronti dei loro figli audiolesi, che possono sostenere mettendo a loro disposizione parecchi libri, concedendo loro diversi momenti di tranquillità e di relax e di tanto tanto chiedendo loro se hanno capito la situazione, nominandola nuovamente se necessario.

I genitori di bambini audiolesi devono prendersi cura di se stessi, mantenersi in salute e creare una rete per affrontare questa sfida fisica e mentale destinata a durare molti anni. La cosa più importante da fare è accettare il bambino così com’è.

L’ASBGA dà la possibilità ai genitori con un vissuto simile di incontrarsi e scambiarsi esperienze. Agli eventi regionali o nazionali questi genitori possono infatti confrontarsi tra loro, mentre i bambini hanno la possibilità di instaurare rapporti con altri bambini nella loro stessa situazione.

Alcune impressioni della serata